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      Séguiti ad imitarlo, la supplico, adoperando ora per me appresso di lui quei favorevoli uffici medesimi che per me ha egli fin'ora appresso di lei adoperati. Si degni di qualificare con la sua interposizione le proteste del mio gratissimo ossequio al tanto benemerito del Parnaso italiano venerato signor don Alfonso: e non cessi mai di credermi quale con tutto l'animo riverentemente mi dichiaro.
     
      P. S. L'indefessa compositrice signora Martines, superba d'aver luogo nella sua memoria, le bacia umilmente le mani.
     
     
     
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      A ONORATO CAETANI DI SERMONETA - ROMA
     
      Vienna 8 Gennaio 1780.
     
      È così visibile la generosa ed affettuosissima propensione di Vostra Eccellenza reverendissima verso di me (che così poco ho potuto meritarla) nelle prosperità che si degna augurarmi nell'aurea sua lettera in occasione delle scorse annue solennità, ch'io depongo e detesto l'antico odio mio contro l'incomodo abuso di coteste per lo più officiose menzogne, poiché cangiando in lei natura le ha dato motivo di scoprirmi tutte le adorabili qualità del suo bel cuore, ed insieme l'invidiabil luogo che la spontanea sua benignità candidamente mi vi concede. Sarei inconsolabile nel conoscermi insufficiente a spiegarle il dovuto contraccambio ch'io gliene rendo, se non fossi certissimo che chi ha saputo così limpidamente mostrarmi il suo, saprà leggere ancora il cuor mio, ch'egli interamente possiede e dove regnerà fin ch'io viva sempre venerato e distinto.
      Ho letto attentamente il suo filosofico e poetico capitolo, in cui ho ammirato il magistero col quale ha ella così ben messi d'accordo gl'insegnamenti della cattedra con gli allettamenti del Parnaso, facoltà poco comune: e sono contento di me medesimo per l'alta stima che da bel principio io formai della sua dottrina e de' suoi talenti.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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