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      Non dissimulo il mio dispiacere nello sbaglio succeduto nel Catone, ma convien consolarsene e deporre affatto l'idea di correggerlo: il rimedio costerebbe a voi dispendio e fatica, e forse discredito all'edizione. Intanto non accrescete il danno affliggendovene. Il pubblico che ha sofferto questo dramma come se gli è presentato in quella di Torino, non troverà mancanza nella nostra edizione.
      Nella 2a scena dell'atto II del Catone è più sicuro che si dica D'Utica appena entro le mura, perché non è facile il trovare esempi del verbo entrare in significazione attiva; suonerebbe meglio nell'altra maniera: ma si rispettino i rigoristi, e la parola entro sia avverbio, senza accento sull'ultima sillaba.
      Il mio tanto amato quanto venerato Milord Stormont è da me contraccambiato con la dovuta usura di gratitudine e di rispetto per la costante e generosa parzialità che mi dimostra, ma io non sono instrutto abbastanza a dar voto sul viaggio di Londra, che voi mi dite esservi proposto da lui: ma pare a me ed a ciascun altro che sia rischio evidente che un piloto abbandoni il timone della sua nave, che attualmente corre a piene vele. Voi avete prudenza, pratica ed interesse nell'affare in molto maggior dose ch'io non posso vantare: onde il solo consiglio che mi è lecito di darvi è che facciate quel che credete il meglior partito.
      Mandai la lettera immediatamente all'Artaria. Non correte a commetter rami a questi nostri intagliatori. Essi sono rarissimi, tardissimi, e nel resto mi dicono che non meritano superlativi.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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