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      A DANIELE FLORIO - UDINE
     
      Vienna 11 Gennaio 1781.
     
      Non sono ancora in istato, riverito e caro mio signor conte Florio, di parlarvi della fatale irreparabile nostra perdita: animus meminisse horret luctuque reftugit. Vi parlo de' bellissimi vostri sonetti, che mi hanno in qualche parte consolato con la considerazione dell'ottimo stato dello scrittore del quale si conosce il florido vigore negli eccellenti frutti che ancor produce. Gli ho comunicati alla casa Figuerola ed alla eletta compagnia che vi concorre: gli ho fatti tenere all'eccellentissimo signor conte di Rosemberg ed alla signora contessa Collalto: gli ho letti e riletti col signor presidente del Consiglio imperiale aulico, e non cesserò di farne parte a quelli che ne son degni. Io son pagato della mia cura col piacere che ritraggo dall'applauso ch'essi ricevono: del quale la tenera antica amicizia mi mette a parte.
      Sono usciti alcuni componimenti in prosa ed in versi in varie lingue su questa funesta occasione ma io non ne ho veduti, sull'asserzione di persone intelligenti che mi hanno assicurato che non ne meritavano l'inchiesta. Continuiamo ad assisterci comunicandoci con l'esempio scambievole la difficile rassegnazione della quale abbiamo bisogno in tanta disgrazia, come mi suggerisce la savia, eloquente, ed affettuosa vostra lettera: e continuate a credermi con l'antico rispetto, stima e gratitudine.
     
      Vienna 23 Gennaio 1781.
     
      P. S. Questa lettera era scritta il giorno della data che porta, ma una improvvisa febbre seguitata da una risipola nella mia gamba sinistra m'impedì di spedir le mie lettere.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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