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      Partì la febbre, e posso anche dir la risipola, ma l'incomoda visita non mi lascia ancora far uso delle facoltà che mi ha scemate. Abuso suo mal grado del tavolino prima del tempo prescritto dal signor Molinari, che è il mio Esculapio, per difendermi da qualche sospetto di negligenza che avesse potuto suggerire all'Eccellenza Vostra il mio lungo ma involontario silenzio. Me ne assolva dunque se l'avesse mai concepito, e renda alla mia venerazione, al mio ossequio ed alla mia gratitudine tutte quella giustizia che han sempre meritata e procureran sempre di meritare nell'esatta esecuzione dei lor doveri.
      Sono gratissimo al signor Benincasa della costante benevolenza che mi dimostra, e se la terrà in esercizio procurando di mantenermi vivo nella memoria dell'Eccellenza Vostra me ne darà la prova più efficace e gradita. In tanto io, riverentemente implorando la continuazione delle antiche grazie di cui sono in possesso, pieno di vero rispetto mi confermo.
     
     
     
      2543
     
      A BALDASSARE GUERRINI - MANTOVA
     
      Vienna 7 Febbraio 1781.
     
      L'applauso che ha costì universalmente ottenuto il sonetto di cui V. S. illustrissima si compiace farmi parte giustifica il mio giudizio, che concorre con quello del pubblico: onde, nel congratularmi seco del lodevol uso che sa ella fare de' suoi felici talenti, mi auguro occasioni e facoltà di contraccambiar degnamente l'eccesso di parzialità a favor mio, che nelle espressioni dell'obbligante sua lettera così vivamente si palesa. Non è mio il lavoro poetico che costì mi si attribuisce.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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