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      A SAVERIO MATTEI - NAPOLI
     
      Vienna 24 Febbraio 1781.
     
      Vedrò con sommo piacere la vostra versione dell'Ufficio de' defunti, quando avrete l'opportuna occasione di farmela pervenire. Intanto approvo l'uso che presentemente ne fate: di che m'informano le due savie ed eleganti lettere delle quali avete avuta l'obbligante cura di trasmettermi copia. Che cosa volete ch'io speri di fare all'età mia in questa funesta circostanza? volete ch'io deturpi i pregi della mia benefattrice eroina consacrando ingratamente alla sua memoria i disprezzabili frutti d'un così senza riposo esercitato ed inesausto terreno? Ho ben io ardito di cantar le sue lodi quando avea minori cagioni di diffidar de' poveri miei talenti, e ne' miei Voti pubblici e nella mia Pubblica felicità ed in tante e tante altre occasioni nelle quali ho creduto di poterlo fare senza incorrer la taccia d'adulatore; e non credo che un vero e cordiale amico qual voi mi siete possa mai in buona coscienza consigliarmi ad annoiar ora il pubblico con una magra ripetizione di ciò che ho già tante volte e detto e ridetto. Voi parlate e scrivete sempre di me con l'entusiasmo col qual vi solleva la vostra affettuosa amicizia; io son superbo della cagione, ma vi prego di moderarne l'effetto per non procurarmi l'indignazione di quelli che m'invidieranno un lodatore del vostro peso. Addio. Io sarò sempre il vostro.
     
     
     
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      A GIUSEPPE BELCREDI - PAVIA
     
      Vienna 12 Marzo 1781.
     
      Mi mortifica quanto mi onora il venerato foglio con cui Vostra Eccellenza mi autorizza a far numero fra cotesti illustri accademici nella raccolta che costì lodevolmente si prepara, facendomi nel tempo stesso risentir vivamente una delle più dolorose conseguenze della grave età mia, che mi defrauda l'occasione di far pubblico il mio giusto dolore e la mia gratitudine per la benefica immortale eroina, di cui è piaciuto all'Altissimo di privarci, di cui per cinquanta e più anni sono stato presente e fortunato servo ed ammiratore, e della perdita della quale non ho speranza di mai più consolarmi.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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