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      Non ve l'invidio perché siete voi, con cui per virtù d'amore mi par d'essere sempre a parte e del bene e del male: ma non lascio di deplorarne la mia privazione. Auguro felice viaggio e prospera spedizione al nostro benemerito Padre guardiano, che vi ha fatto così diligentemente possessore del quinto e sesto volume della edizione parigina delle mie fanfaluche: ed io ricevendo il seguito non trascurerò di tener la strada medesima. Voi sapete che la mia brevità non è scelta; onde gradite, benché corti, i miei teneri abbracci e gli ossequiosi complimenti della Nandel, e credetemi sempre il vostro fedelissimo.
     
     
     
      2563
     
      AD ANTONINO GALFO - ROMA
     
      Vienna 11 Giugno 1781.
     
      Un'amorosissima lettera di V. S. illustrissima, data di Roma il dì 21 marzo, con un lungo componimento che sarà certamente degno di lei ma non ho potuto ancor leggere, mi fu fatta tenere da questo degnissimo monsignor nunzio negli ultimi giorni di maggio: ond'ella vede che non era più eseguibile il suo comando di rispondere a posta corrente, e, se lo fosse stato per la cronologia, le mie fisiche facoltà non l'avrebbero permesso. Oh, caro signor abate Galfo, il cieco amore ch'ella ha per me concepito non solo mi fa usurpar gli eccessi della sua stima, ma seduce lei medesima a figurarsi in me (come ordinariamente avviene a chi ama) tutte le immaginabili umane perfezioni, senza escluderne la vigorosa gioventù, senza mettere in conto la mia senile insufficienza, accresciuta dalla costernazione della recente, a lei non ignota, irreparabile mia perdita, che, comunicando alla macchina le funeste agitazioni dell'animo, mi ha tenuto intorno a tre mesi in letto ed in casa, tra infermo e convalescente, né mi lascia riprendere ancora quello stato ch'era prima in equilibrio con la mia sofferenza.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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