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      Questa cura mi ha molto incomodato per la perdita del mio pratico amanuense, che dopo cinquant'anni di assidua assistenza mi ha abbandonato pagando il comun debito dell'umanità. E qui un copista italiano da non far disperare un povero scrittore è tanto difficile a ritrovarsi quanto un Raffaele ed un Correggio. Si farà tutto il possibile perché le lettere suddette vi giungano corrette con l'aiuto d'alcun amico, poiché gli occhi miei e la qualità d'autore non conferiscono ad esser buon revisore. Se ne farà un piego, e si manderà ben presto per via sicura, della quale sarete da me preventivamente avvertito.
      Voi mi avete provveduto de' tre ultimi tomi, senza parlarne punto, ma volete che ve ne parli io. Non posso dirvene per ora che il parer d'altri, poiché il mio ha bisogno d'esame; e l'esame per me è molto faticoso per le mie scemate fisiche facoltà; pure convengo intanto con gli altri che approvano i rami e la carta dell'edizione in grande, e mi pare che non abbian torto quelli che son mal contenti dell'altra edizione in ottavo. Per la correzione, che più di tutto importa, io son più inabile che per tutto il resto. Si andrà facendo con qualche aiuto, ma non è operazione ch'io possa sollecitamente eseguire. Intanto ne spero bene, perché nessuno è venuto finora con la solita maligna carità ad avvertirmi d'alcun errore. Mi meraviglio dello scrupolo che vi affligge d'aver neglette le vostre grate riconoscenze al povero defunto amanuense. Voi avevate sufficienti argomenti per non temere ch'io gliele avessi lasciate desiderare.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Raffaele Correggio