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      Il fenomeno non produrrà il medesimo effetto in tutti, ed io ho ragion di temere che molti, e forse la maggior parte, si andran lambiccando il cervello per trovare in qual proporzione si trovi il merito mio con un onore così distinto: ricerca che non può essermi molto vantaggiosa. Basta, io per ora non penso che al piacere che ha cagionato a voi, prova del vero e costante amor vostro, della quale per altro non aveva io il minimo bisogno. A tutti quelli che mi onorano costì della loro memoria rendete con la dovuta proporzione il solito contraccambio, e gradite le riverenze della compositrice. Addio. Sarò più lungo quando lo permetteranno i discoli nervi della mia testa: intanto vasi a bizeffie, e sono.
     
     
     
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      A DOMENICO DIODATI - NAPOLI
     
      Vienna 16 Gennaio 1782.
     
      Le grazie inaspettate compartitemi dagli umanissimi artici numi nel tempo della loro dimora in Vienna, a me, che non conosco così poco me stesso che senta di non meritarle, hanno prodotta quella somma gratitudine e confusione che dovevano. Ma non senza il timore che non serviranno di stimolo a molti, che mi avrebbero negletto, a ricercar minutamente quanto poco io abbia saputo rendermene degno. L'eccesso di piacere che ne dimostra nella sua lettera il riverito signor Diodati, prova indubitata del costante amor suo, è un dolce compenso di quel timore, e, benché dell'amor suo io non dubitassi, sempre me ne son care le confermazioni. Ella mi crede uomo da consiglio, caro signor Diodati, ma questo è uno degli inganni che V. S. illustrissima è sottoposto a prendere a favor mio quando si parla di me.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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