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      Se da qui in Francia non fosse tanto lunga la strada, ardirei d'arrischiarmi; ma, padron mio, son già vecchio, ovvero (per lusingar me stesso) non son più giovane. Il far sì lungo cammino col peso di tanti anni richiede necessità, non vaghezza. Per venire e tornare non ho forze. Conchiudo in somma che simili corse non fan più per me, e tanto più che non ho tempo da perdere. Goda Vostra Eccellenza che lo può fare e con onore e con diletto, e con sì grande occasione di esaltare la sua virtù, quel gran regno, quella gran Corte, quel gran re, e soprattutto il valore di coteste bellissime e graziosissime dame, per cagion delle quali a me non resta di far altro che di qui riverirle e rendere grazie immortali e a lei che, fra gli oggetti che or le passano per l'animo tanto grandi, si degna aver memoria di me, ed a loro di tante grazie che si compiacciono di fare a me, desiderando di veder uno che per altro non è degno di esser veduto che per essere bramoso della bellissima vista loro, e molto più della grazia. Signor cavaliere mio padrone, io non ho altro che dirle se non che la supplico a tenermi, com'ella fa, in sua buona grazia, e a darmi occasione ond'io possa mostrarle quanto la rispetti e conosca d'esserle debitore di tanti segnalati favori che sempre mi ha fatti e mi fa; ed in fine.
     
     
     
      2618
     
      A UN CAVALIERE MODENESE
     
      Ricevo la vostra dei 26 dello spirato dettata in mezzo ai tumulti del carnevale e delle continue vostre occupazioni; e tra la necessità degli uni e delle altre desidero che la vostra salute non resti per nessun conto pregiudicata.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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