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      A UN CARDINALE - ROMA
     
      Alle benefiche premure dell'augustissimo mio padrone, favorevolmente secondate da codesto eminentissimo signor cardinale Corsini e dirette ad indurre l'animo di Nostra Santità a provvedermi di benefici o pensioni ecclesiastiche nello stato di Milano, non poteva accoppiarsi più felice circostanza che il ritrovarsi appunto nell'alto ministero, dal quale in sì gran parte dipende il consolarmi, un tanto mio protettore, quale per solo effetto della generosità sua ho sempre nell'Eminenza Vostra esperimentato. Dopo le replicate pruove della degnissima sua propensione verso di me, sarei troppo ingrato se ne dubitassi in una occasione nella quale si tratta del riposo di tutto il rimanente dei giorni miei. Corrispondente all'importanza della grazia alla quale aspiro è il fervore delle rispettose suppliche con le quali imploro la valida assistenza dell'Eminenza Vostra, e non minore sarà quello degli assidui voti che porgerò al Cielo per le sue felicità. Intanto pieno di fiducia e d'ossequio, al bacio della sacra porpora profondamente m'inchino.
     
     
     
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      A DANIELE FLORIO - UDINE
     
      Dopo aver prolissimamente risposto all'antecedente di V. S. illustrissima me ne giunge un'altra con un superbo sonetto in onore e gloria mia. E quale accesso mai d'estro poetico l'ha spinta, mio caro signor conte, dopo quaranta e più anni di tenera amicizia, ad andar tentando di vanità un povero seguace di Apollo, che ha già deposta la logora ed annosa sua lira e con preziosi incensi da offrirsi solamente ai luminosi figli della Fortuna?


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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