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      Come
     
      Al tuo favellar dolce sereno.
     
      Quel tuo sarebbe di due sillabe nel fine del verso, ma dentro il verso è dittongo, e forma una sillaba sola. Onde conviene aver presente questa osservazione nelle parole tuo, suo, mio, lei, lui, Dio, assai ecc. ed altre molte nelle quali si trovano le due vocali che possono formar dittongo.
     
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      Assai si palpitò, si pianse assai,
     
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      Il Dio di Tebe, e d'Elicona il Dio.
     
      Non attribuisca a me la franchezza de' miei pareri, ma ai premurosi suoi espressi comandi: e creda sinceramente ch'io non avrei sperato che in così breve tempo ella avesse fatto tanto viaggio. Le altre cantatine sono piene di leggiadria e di spirito poetico, ma ora io sono già stanco, e convien ch'ella compatisca la mia inabilità ad esser più lungo. Continui i suoi viaggi in Parnaso, e mi creda col dovuto ossequio.
     
      LETTERE SCRITTEPER INCARICO D'ALTRI
     
     
     
      2627
     
      LUC'ANTONIO PREDIERIALLA SACRA CESAREA REALE MAESTÀ
     
      È tempo, Sacra Cesarea Reale Maestà, che mi sia permesso una volta di consagrare, come ora faccio, al gloriosissimo Vostro nome questi tenui frutti degli umili studi miei. Ha raffrenato fin'ora questa antica mia brama ardentissima un giusto e profondo rispetto. Ma quando la Provvidenza infinita, secondando i voti di tanto mondo, vi solleva al più elevato soglio dell'universo in un evento che cresce di tanto in tanto le ragioni del mio riverente timore, io trovo inaspettatamente quelle d'un improvviso coraggio. Credo divenuto oggi una specie di debito il riconoscere con qualche eletto tributo (a proporzione delle proprie facoltà) il nostro sospiratissimo Cesare in Voi.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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