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      Et avendo scoperto prete Ambrogio nel nipote una congiuntura che non cosí spesso si trova, una memoria grande con un giudizio profondo, giudicò fomentare l'un e l'altro; perché l'essercizio, o gl'amigliora, o meglio gl'attua e discuopre, o leva quelli impedimenti che non gli lasciano esplicare le loro attività. E se gl'ingegni a quell'antico parvero campi animati, abili a diversi semi e d'ineguale fecondità o sterilità, ben pensò il prete all'importanza della cultura. Però assiduamente essercitava il giudizio col farli fare continove composizioni, usando anco in esse piú rigore ch'a quella puerizia, massime in una complessione debole, pareva convenirsi, e la memoria, non solo col imporgli necessità di recitargli molte cose a mente, ma particolarmente alcune col udirle una sola volta. I padri, dopo che hanno veduto in esso un'erudizione veramente incredibile, raccontavano cose mostruose della sua memoria. Ma egli diceva seriamente che in questo genere d'essercizio non aveva sotto il zio passato questo termine di recitare trenta versi di Virgilio o d'altro autore col sentirgli una sol volta correntemente leggere.
      Davano già in quell'età anco i suoi diportamenti segni de' costumi futuri che chiameremo inclinazioni naturali, de' quali i buoni ha poi tanto accresciuti a perfezzione, e gl'imperfetti corretti con la virtú, com'era una ritiratezza in sé medesimo, un sembiante sempre penseroso, e piú tosto malinconico che serio, un silenzio quasi continuato anco co' coetanei, una quiete totale, senza alcun di quei giuochi, a' quali pare che la natura stessa ineschi i fanciulli, acciò che col moto corroborino la complessione: cosa notabile che mai fosse veduto in alcuno.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





Ambrogio Virgilio