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      Poi, cosí servò in tutta la sua vita, et all'occasioni diceva non poter capir il gusto e trattenimento di chi giuoca, se non fosse affetto d'avarizia. Una alienazione da ogni gusto, nissuna avidità de' cibi, de' quali si nutriva cosí poco, che restava meraviglia come stasse vivo. Il che ha servato in tutta la sua vita, e vino non usò mai sino di sopra trent'anni di sua età.
      Abitava nel convento de' servi allora un padre Giovanni Maria Capella da Cremona, dottore e teologo, in quella religione stimato in quell'età consommatissimo, e particolarmente aderente all'opinioni di Scoto, nella quale dottrina aveva fama d'avere pochi pari. La vicinanza dell'abitazioni fece che prendessero conoscenza prete Ambrogio e questo padre, e con quell'occasione, veduto l'ingegno di Pietro, cominciò leggergli logica. E perché, come sono alcuni terreni tanto fecondi che, ad ogni minima agricoltura, superano anco il desiderio, non che la speranza di chi gli lavora, cosí avvenne che in brevissimo spazio di tempo fece tali progressi, passando anco alli studii di filosofia e teologia, che precorreva ogni espettazzione, e 'l maestro istesso confessava non aver piú che insegnarli, occorrendo anco molte volte che lo scolare prendesse opinione diversa dal maestro e che la sottigliezza delle raggioni lo facesse mutare di parere. Di che nelle note alle mie mani venute sono molti particolari che tralascio di narrare. Cominciò anco in quella puerizia ad apprendere le matematiche all'uso degl'antichi savi, e le lingue greca et ebrea, con la commodità di maestri in Venezia, allora cospicui.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
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