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      Gl'affetti naturali si moderano, ma non credo che s'estinguano mai. Rari sono stati gl'uomini ch'abbino potuto ben commandar a se medesimi. Ma per avventura non sarà facile ritrovarne alcuno generalmente et in tutte le occorrenze piú patrone e che piú commandasse a' suoi affetti di lui; se precedeva il suo giudizio, niuna cosa era sufficiente a muoverlo contro di quello. Niun cibo gl'eccitava l'appetito, se lo stimava nocivo. Nissuna medicina prendeva con altra maniera che come fosse stato cibo gustevole, se credeva che fosse proficua; e cosí nel rimanente. Nondimeno diceva che niuna cosa aveva vinta con piú difficoltà che di lasciar l'acqua e bere il vino. Ma parte per la sua complessione, ch'era d'una magrezza incredibile, parte per le congiunte infermità, era così disposto che mai fu persuaso di poter viver un anno. Lo attestano tutti quelli che gli sono stati famigliari che, se non computava ogni giorno per l'ultimo, computava almeno ogni anno, al contrario di chi disse che non è alcun tanto vecchio che non speri piú d'un anno di vita; et egli non si raccordava esser mai stato cosí giovane, che vi sperasse un anno. A questo vien attribuito che ne' studii, avendo fatto un progresso sopra ogni umana credenza et essendo in quelli cosí immerso, che pochi giorni passò in vita privata in quali non avesse almeno otto ore studiato, però mai volse scrivere alcuna cosa da publicare, sino che le publiche necessità non ve lo costrinsero. E nell'azzioni riusciva agl'amici, come loro dicevano, freddo, non attivo, non risoluto; perché non s'applica alle azzioni di longa conseguenza chi non ha speranza di vita.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190