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      Trovossi nella discussione della materia se 'l duca di Gioiosa capucino era dispensabile; nella quale da chi volse adulare furono dette tante essorbitanze dell'illimitata potestà, anzi omnipotenzia pontificia, che il padre Bellarmino con voce sommessa disse al padre: "Queste sono le cose che hanno fatto rivoltar la Germania, e faranno l'istesso alla Francia et altri regni".
     
     
      [Seconda denunzia al Sant'Uffizio]
     
      Una volta in strada essendo il pontefice in lettica, fece chiamare il padre e lo tenne buono spazio in ragionamenti, che non toccavano però altro che certi memoriali che gl'erano capitati contro il generale di quel tempo. Questa cosa insolita et osservata dalla corte, che tutto osserva, si divulgò fuori ancora, come che fosse nella grazia del pontefice. Che piú? La vanità di già l'aveva fatto cardinale. Ma questo favore, né ambito, né ricercato da lui, gli costò una travagliosa persecuzione. Nel suo partire da Venezia aveva lasciati i suoi amici a' consegli e direzzioni di maestro Gabriello Colissoni, con cui era stato ben unito in levare della provincia certe male introduzzioni et aggravii, ch'alcuni superiori facevano a' piú deboli, che sotto nome odioso di tirannia si detestavano. Ma come avviene spesso che quello che si detesta in altri, si giustifica in se medesimi, et essendo la natura di maestro Gabriello, come si vidde poi, d'esser amico del solo suo interesse, aveva concepito con tre anni d'assenzia del padre Paolo dalla provincia quel dominio assoluto, al quale con estorsioni molto grandi anco pervenne.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





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