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      La fazzione a cui favore tanto si faceva, era ridotta nella comitiva del vescovo, et entrò tumultuariamente e con gridi nel monasterio, e per solennizar il trionfo, fece anco portar inanzi due spade nude in alto, con certe acclamazioni piú convenienti a plebe ch'a religiosi. Questo cagionò tanta alterazione ch'immediate una mano di gioventú, la notte stessa, che le porte stettero aperte, introdussero nelle celle con gran silenzio numero di quei bravi vicentini con cui tenevano conoscenza, e furono risoluti la mattina, mentre il vescovo e capitolo fosse ridotto, come si faceva, nel refettorio, e gli sbirri lasciati gl'archibugi in abbandono, secondo l'ordinario (che tra longhi e corti non erano meno di quaranta), dare di mano a quelli e far quel rissentimento che l'ira e le tante offese gli somministrassero. Sostennero costoro quanto puotero di trattare con alcuno che ne potesse avvisare il padre Paolo; ma troppo è difficile che cosa saputa da molti non si palesi. N'ebbe l'odore, et è certo che con gran fatica, vegliando gran parte della notte, alcuni pregando, ad altri comandando, e tutti illuminando del pericolo a che si mettevano, della leggierezza delle cose che si trattavano, del scandalo che sarebbe nato, ch'essendo a tutti la sua auttorità veneranda, acquietò il moto.
      Ma ben vidde esser di necessità terminare quelle discordie che non si sarebbono piú contenute ne' confini di farla co' voti, ma sarebbono passate a cose maggiori. Perché fatto quel principio e presa una risoluzione cosí terribile, s'avrebbe da molti imparato a farne d'altri simili.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





Paolo