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      Non furono cosí subito seguitati gl'assassini per un altro strano accidente. Si erano introdotti i comedianti, e quella sera a San Luigi, ove era il teatro, si recitava una di quelle comedie, che chiamano opera con intermedii, e v'era concorso tutto il vicinato, sí che per le contrade di Santa Fosca oltre ogni usato non si vedeva la solita frequenza; il che serví a' sicarii di piú certa ritirata. L'essecutore di questo assassinio fu un Ridolfo Poma, che, prima mercante in Venezia e stimato uomo d'onore e poi fallito, s'era ritirato a Napoli per riscuotere certi suoi crediti, e di là a Roma, ove fu ben veduto. E restava con maraviglia ogn'uno dell'intrinsichezza presa col cardinale Borghese, che l'introdusse anco al zio papa, e favoritamente gli fu promesso far ricevere monache due figliuole, ch'aveva lasciate nello Stato di Venezia. E faceva restar attoniti i suoi amici, a' quali scriveva che di breve avrebbe riscossi i suoi crediti e sarebbe ancora da loro veduto in stato grande, e constò da sua lettera sino aver conceputo speranza d'esser cardinale. Questo fu il condottiere, insieme con un Alessandro Parasio anconitano, e compagni gli furono dati un Giovanni da Fiorenza, figliuolo di Paolo, che prima, per poter star in Venezia senza sospetto tanto che si maturava questo tradimento, s'era fatto rollare in una compagnia de' soldati, la quale doveva servire sotto un capitano per le navi destinate in Soria et Alessandria; et un Pasquale da Bitonto, parimente soldato d'un'altra compagnia, uomini esperimentati in simile professione, come da' loro gravi bandi (che tutti erano banditi) si può argomentare.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





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