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      Il sacristano fra Valentino da Venezia, ch'ancor oggi serve a quel carico, levò le lettere da terra et immediate le portò al padre maestro Fulgenzio, il quale leggendole trovò che v'era cifra di parole e qualche gran trattato. Imperoché scriveva fra Bernardo sudetto a fra Giovanni Francesco che sollecitasse fra Antonio a spedire quel quadragesimale; che i 900 scudi erano pronti e gl'avrebbe nelle mani, ma i dodicimila e piú erano sicuri. In alcune diceva aver parlato col signor padre, ora col fratello con diversi, che tutti bramavano questo quadragesimale. Che 'l padre generale de' servi lo pregava a non dubitare; che beato lui; che 'l signor padre aveva fatto ritirar tutti per dar a lui audienza; con molte simili particolarità, le quali mostrate al padre Paolo, non dubitarà alcuno che non penetrasse l'importanza del trattato; ma tanta era la sua mitteza e mansuetudine d'animo che essortò maestro Fulgenzio a non ne far altro moto, ma tener in silenzio, sino che piú chiaramente si scoprisse che arcano fosse questo. Passò anco a dire che non occorreva far altro che levar di camera e di convento fra Antonio. Ma maestro Fulgenzio fu risoluto in contrario, e senz'altro dire portò le lettere, ch'erano, salvo il vero, otto, ad uno degl'eccellentissimi inquisitori di Stato, narrandogli come l'aveva avute, senza farvi altra considerazione.
      Fu fatto ritener il sudetto fra Giovanni Francesco, e poi anco fra Antonio, e quello che seguisse in quel giudicio secreto resta ancora negl'archivii suoi.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
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