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      Le cose che vennero a publica notizia e certe sono che di molte persone nominate in quella cifra, di padre, fratelli e cugini, per le contracifre constò, dal generale de' servi in fuori, niuna esser di dignità inferiore alla cardinalizia. Che sotto i quadragesimali stavano tre partiti inciferati. Il primo, perché il padre per la procidenzia dell'intestino retto, di cui sopra s'è fatta menzione, aveva necessità di tenersi molto monda la parte, ogni otto giorni si lavava e si faceva radere (al qual officio mai volse barbieri o secolari), né da se stesso potendo, si valse di frate il piú domestico e confidente, e questa carità gli prestava allora il sudetto fra Antonio. E però fu trattato seco che nel servire in tal occasione gli dasse un taglio di rasoio, ch'era cosa sicura. Ma ricusò fra Antonio, o perché non avesse mai intenzione d'offender il padre, che gl'era un liberalissimo donatore, o perché, com'egli si scusò in voce et in lettere andate a Roma, non gli bastasse l'animo; et asseriva che come avesse veduto sangue, immediatamente sarebbe restato perso, come per natura sempre gl'avveniva. Il secondo era che da Roma gli sarebbe mandato cosa da dar in cibo o in bevanda, e questo gl'andava assai per fantasia, perché con una fava (tal era il parlar per loro) avrebbono prese due colombe, ch'erano il padre Paolo e Fulgenzio. Ma questo partito portava seco molte difficoltà. Primieramente, come trovar cosa di cosí pronta efficacia e che si potesse mandar sicura. Dipoi, perché i cibi ordinarii di quei padri erano semplicissimi senza condimenti e comuni con tutto il monasterio; onde conveniva far goder di questa virtú anco ad altre 30 persone, o mettersi a rischio di non riuscita; e la necessità aveva fatto che molto accuratamente s'osservasse ogni cosa e s'avesse l'occhio alle mani a chi s'accostava.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
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