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      [Virtú del Sarpi]
     
      Egl'è pur vero che l'aggionger di scienza è accrescimento di fatica e di dolore; perché il povero padre dalla fama del suo sapere, della desterità del suo ingegno, della carità di giovar a tutti, d'una bontà di natura per far bene, era divenuto non solo servo del publico, ma de' particolari, non solo di questa città, ma di tutto lo Stato et anco degl'esteri, ch'in tutte le cause difficili veniva ricercato il suo parere, et in tutte pareva la sentenza dell'oracolo divino, e con stupor del mondo, che le sue risposte, per sproviste che si fossero, erano tanto saggie ne' piú ardui quesiti, che col longo meditarvi non avrebbono potuto amigliorarsi, o nella brevità, o nel parlar al caso, o nel toccar il fondo. E tutto quello in somma che sortiva da quella benedetta bocca, era oro fisso, pesato con la bilancia d'un giudizio piú che umano.
      Quello che lo rendeva sopra modo ammirabile era l'accopiamento delle virtú e con condizioni che non cosí ordinariamente sogliono trovarsi congionte, scienza et umiltà, prudenza e mansuetudine, ritiratezza et officiosità, seriosità e dolcezza, argutezza e non pontura, brevità e chiarezza, soavità e sodezza. Pare vero che la scienza abbia virtú venefica di gonfiare molti, ma questo è proprio della vana e superficiale; ma la consommata e profonda per il contrario è la machina da distrugger ogni superbo pensiero, et il padre particolarmente aveva fatto cosí gran studio nella cognizione dell'umana natura che, se piacerà a Dio che si possa dar forma alle sue note lasciate in tal argomento, resterà certo che sin al presente ancora nissun filosofo ha tanto speculato ciò che sia l'umanità e di quanto peso.


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





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