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      Era il padre osservantissimo delle leggi, qualunque elle fossero, e tra tante novità di riforme ordinate in questi dieci ponteficati ultimi, s'accomodava con prontezza e facilità mirabile, benché non le lodasse; perché le cose solite, diceva, hanno i suoi rimedii, e le innovazioni non sono mai senza i suoi mali, a' quali non è imparata la medicina. Ma qualunque cosa fosse ordinata, egli era il primo all'osservanza. Di che ne diede un saggio tale, che la mattina non voleva che se gli dasse cibo con brodi o altra cosa non comune di quel giorno, e pareva ridursi con difficoltà ad altro ch'a cibi quadragesimali; e nel prendere il suo desinare, rivolto al cuoco, fra Cosimo, facetamente gli disse: "Cosí trattate i vostri amici, facendogli guastar il venerdí?" Non era superstizione, ma una costante tenacità et acquistata consuetudine d'osservare isquisitamente l'ordinazioni, ben che minime e non essenziali. Per l'istessa causa aveva voluto intieramente osservare la quadragesima sin al 69 anno di sua età, stimando sopra modo il dar essempio. Venuta la sera, fu risoluto di stare nella prima camera per ogni accidente, e vi stettero tre assistenti. Ma considerisi la costanza dell'infermo. Era, si può dire, moribondo e di un langore per mancamento di natura, et il giorno faceva bisogno di sovvenirgli di varii ristoramenti: stette nondimeno tutta la notte senza far motto alcuno, prendendo da se stesso le cose necessarie dai luoghi soliti, ove le soleva far preparare, né fu sentito dire mai, se non talvolta: "Oh! Dio".


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Vita del padre Paolo
di Fulgenzio Micanzio
pagine 190

   





Cosimo