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      Questa dimostrazione è la parte più leggiera del mio campito.
      Quando un costume è generale, v'hanno spesso forti presunzioni per credere ch'esso mira, od almeno tendeva dapprima, a lodevole fine. Tali sono gli usi che furono in prima adottati, e quindi conservati, come mezzi sicuri di raggiungere fini lodevoli, e risultati incontesi dall'esperienza. Se l'autorità dell'uomo nel suo primo stabilirsi fu il risultato di un paragone coscenzioso dei diversi mezzi di costituire la società; se fu dopo l'esperimento di diversi modi di organizzazione sociale, quali, il governo dell'uomo per fatto della donna, l'eguaglianza dei sessi, oppure, una tale o tal'altra forma mista che si abbia potuto immaginare, se soltanto dopo, fu deciso, sul testimonio dell'esperienza, che la forma di governo che più sicuramente conduce al benessere i due sessi, è quello che assoggetta assolutamente la donna all'uomo, che non le lascia parte alcuna nei pubblici affari e la costringe nella vita privata, in nome della legge, ad obbedire l'uomo al quale ha unito i suoi destini: se, ripeto, le cose procedettero in questi termini, allora bisognerà vedere nella generale adozione di questa forma di società la prova che all'epoca in cui fu attuata, essa era la migliore; benchè si potrebbe anche obiettare, che, le considerazioni che militarono allora in suo favore, han cessato di esistere al pari di tanti altri fatti sociali primitivi, della più alta importanza. Ora, le cose han proceduto in modo affatto contrario.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161