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      Eppoi, a che risalire ad Aristotile? Forse che negli Stati Unionisti del Sud, i proprietari di schiavi, non sostenevano la stessa dottrina con tutto il fanatismo che gli uomini impiegano a difendere le loro passioni e legittimare i loro interessi? Non hanno essi chiamato in testimonio il cielo e la terra che la dominazione dell'uomo bianco sul nero è naturale, che la razza nera è naturalmente incapace della libertà e nata per la schiavitù? Taluni non giunsero fino a dire che la libertà dell'uomo che lavora colle sue mani è dovunque contraria all'ordine naturale delle cose? I teorici della monarchia assoluta non hanno essi sempre affermato ch'essa era la sola forma naturale di governo, ch'essa derivava dalla forma patriarcale, tipo primitivo e spontaneo della società, che essa era modellata sull'autorità paterna, forma d'autorità anteriore alla società stessa, e secondo essi la più naturale di tutte? Più ancora, la legge della forza è sempre sembrata, a quelli che non ne avevano un'altra da invocare, il fondamento più naturale dell'autorità. Le razze conquistatrici pretendono che è forma propria della natura che le razze vinte obbediscano alle vincitrici o, per eufemismo, che la razza più debole e la meno guerriera debba obbedire alla più gagliarda e bellicosa. Non è d'uopo conoscere a fondo la vita del Medio Evo per sapere fino a qual punto la nobiltà feudale trovava naturale la sua dominazione sugli uomini plebei, e poco naturale l'idea che una persona di classe inferiore fosse posta sul piede d'eguaglianza con essa, o peggio, esercitasse autorità sopra di lei.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161

   





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