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      Il caso affatto fortuito della nascita non deve escludere alcuno da tutte le posizioni sociali elevate, nè da alcuna rispettabile gestione. Quand'anche ammettessimo che gli uomini siano più atti alle funzioni che sono loro riserbate oggidì, noi potremmo invocare l'argomento che vieta di fare delle categorie d'eligibilità pei membri del Parlamento. Quando la condizione d'eligibilità escludesse, solamente ad ogni dodici anni, un soggetto capace di ben disimpegnare la funzione di deputato, vi sarebbe un danno effettivo, mentre non vi sarebbe, per converso, nessun guadagno dall'esclusione di mille incapaci; se il corpo elettorale è costituito così da permettere la scelta di soggetti incapaci, vi sarà sempre abbondanza di simili candidati. Per tutte le funzioni importanti e difficili il numero dei soggetti capaci di disimpegnarle sarà sempre più scarso del bisogno, quand'anche si lasciasse alla scelta la massima latitudine; ogni restrizione alla libertà della scelta priva la società di qualche probabilità di scegliere un individuo competente che la serva a dovere, senza preservarla dalla scelta di un incompetente.
      Oggi nei paesi più avanzati l'incapacità delle donne è l'unico esempio, uno eccettuato, in cui le leggi colpiscono un individuo dalla sua nascita e decretano ch'egli non sarà mai tutta la sua vita durante, autorizzato a concorrere a date posizioni. La sola eccezione è la dignità reale. Vi sono ancora persone che nascono pel trono; niuno può salirvi, a meno di essere della famiglia regnante, ed in questa stessa famiglia, niuno può arrivarvi che per le norme della successione ereditaria.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161

   





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