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      Ammettiamo che lo spirito delle donne sia più mobile, meno capace di perseveranza nello stesso sforzo, più atto a sperperare le sue facoltà sopra molte cose, che non a percorrere una via fino alla sua meta più elevata, può darsi che sia così delle donne quali ora sono (benchè con molte eccezioni) e questo potrà spiegare perchè sono rimaste indietro agli uomini più eminenti nelle cose, appunto, che esigono una lunga serie di lavori. Ma questa differenza è di quelle che non attaccano che il genere di superiorità non la superiorità stessa, od il suo valore reale: e d'altronde resta a provarsi che questo impiego esclusivo di una parte dello spirito, questo assorbimento di tutta l'intelligenza sopra un solo argomento, e la sua concentrazione sopra un solo lavoro, sia la vera condizione delle facoltà umane anche pei lavori speculativi. Io credo che quel che fa acquistare questa concentrazione di spirito in una facoltà speciale, si perde nelle altre, ed anche nelle opere del pensiero astratto, ho imparato per esperienza, che lo spirito fa più ritoccando sovente sopra un problema difficile, che dandovisi senza interruzione. In ogni caso, nella pratica, dai suoi oggetti più elevati fino ai più bassi, la facoltà di passare rapidamente da un soggetto di meditazione ad un altro, senza che la vigoria del pensiero si rallenti nella transizione, ha ben maggiore importanza, e questa facoltà è posseduta dalle donne a cagione della stessa mobilità che loro si rimprovera. Esse la devono forse alla natura, ma certamente l'abitudine c'entra per molto; poichè quasi tutte le occupazioni delle donne, si compongono d'una moltitudine di particolari, a ciascuno dei quali lo spirito non può neppur consacrare un minuto, forzato com'è di passare ad altra cosa; in guisa che, se un oggetto reclama la loro attenzione maggiormente, è d'uopo prender sui momenti perduti per attendervi.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161