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      Pressochè tutte le donne delle classi illuminate studiano più o meno qualche ramo delle arti belle, ma non nella vista di servirsene a guadagnare la vita o ad aquistarsi fama. Le donne artiste sono tutte dilettanti. Le eccezioni sono di natura a confermar la regola. Le donne imparano la musica non per comporre ma soltanto per eseguire: ed infatti non è che come compositori che gli uomini la vincono sulle donne, in musica. La sola delle arti belle alle quali le donne si danno per professione e principale occupazione è il teatro, e nel teatro esse sono eguali se non superiori alli uomini. Per fare un equo confronto, è d'uopo mettere le produzioni artistiche delle donne di fronte a quelli delli uomini che non sono artisti di professione. Nella composizione musicale, per esempio, le donne hanno prodotto, sicuramente, tante cose buone quanto gli amatori dell'altro sesso han potuto dare. Vi sono ora poche donne, assai poche che facciano della pittura per professione eppure cominciano a mostrare tanto talento quanto se ne poteva aspettare. I pittori di sesso maschile (non dispiaccia al signor Ruskin) non hanno fatto una figura rimarchevole in questi ultimi secoli, e passerà molto tempo prima che ne facciano. Se gli antichi pittori erano di tanto superiori ai moderni gli è che un gran numero di uomini dotati di uno spirito di primo ordine si davano alla pittura. Nel decimoquarto e decimoquinto secolo i pittori italiani erano gli uomini più compiti del loro tempo. I più grandi possedevano cognizioni enciclopediche, ed erano eccellenti in ogni genere di produzione come i grandi uomini della Grecia.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161

   





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