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      Accade lo stesso in tutte le altre servitù, almeno sull'esordire di un movimento di emancipazione. I servi, non si lagnarono a tutta prima del potere dei loro signori, ma soltanto della loro tirannia. I comuni cominciarono dal reclamare un piccol numero di privilegi municipali: più tardi vollero essere esenti da ogni tassa che essi non avessero consentita, ma in questo punto medesimo essi avrebbero creduto far atto di presunzione inaudita, se avessero preteso dividere l'autorità sovrana del re. Le donne sono oggi le sole persone per le quali la rivolta contro le norme stabilite è riguardata collo stesso occhio col quale si riguardava la pretesa di un suddito al diritto d'insurrezione contro il suo re. Una donna che si unisce ad un movimento qualunque, che suo marito disapprova, si fa martire senza poter essere apostolo, poichè il marito può mettere legalmente fine all'apostolato. Non si può aspettarsi che le donne si consacrino all'emancipazione del loro sesso, fino a che gli uomini in gran numero non saranno preparati ad associarsi a loro nell'impresa.
     
      IV.
     
      Ci rimane a toccare un'altra questione non meno grave di quelle che già abbiamo discusse e che solleveranno con maggiore insistenza gli avversarii che sentono le loro convinzioni un po' scosse sul punto principale. Qual bene sperate voi dal cangiamento che volete operare nei nostri costumi e nelle nostre istituzioni? Se le donne fossero libere, forsechè l'umanità se ne troverebbe meglio? Se no, perchè agitare i loro spiriti a fare una rivoluzione sociale in nome di un diritto astratto?


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161