Pagina (126/161)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      A parte la schiavitù dei negri, è il solo esempio in cui si vede un membro dell'umanità godendo di tutte le sue facoltà, messo alla balìa d'un altro colla lusinga che questi userà del suo potere pel bene unicamente della persona che gli è soggetta. Il matrimonio è la sola servitù reale riconosciuta dalle nostre leggi. Non v'è più altro schiavo davanti alla legge che la padrona di ciascuna casa.
      Non sarà dunque per questa parte del nostro argomento che la questione cui bono sarà sollevata. Si può dirci che il male la vincerà sul bene, ma la realtà del bene non potrà essere contestata. Ma sulla questione di più larga portata della soppressione della incapacità delle donne, e della parificazione all'uomo per tutto ciò che è inerente ai diritti di cittadino, dell'ammissione a tutti gl'impieghi onorevoli ed all'educazione che fanno idonei a questi impieghi, sopra questa questione vi sono molti ai quali non basta che l'ineguaglianza non abbia niuna ragione giusta e legittima; esse vogliono sapere qual vantaggio si otterrà abolendola.
      Io rispondo, in prima, il vantaggio di far regolare la più universale e radicale delle relazioni, dalla giustizia invece che dall'ingiustizia. Non v'è spiegazione, non v'è esempio che possa rischiarare di luce più viva il guadagno che farebbe l'umanità, che queste parole, per chi vi annette un senso morale. Tutti gli istinti egoisti, il culto di sè stesso, l'ingiusta preferenza di sè, che dominano l'umanità, hanno sorgente e radice nella costituzione attuale dei rapporti fra l'uomo e la donna e vi attingono la forza principale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161