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      Se gli sposi sono individui bene allevati e di buona condotta, essi si privano reciprocamente dei loro gusti; ma è una tolleranza simile che si ha in veduta quando si entra nel matrimonio? Queste differenze d'inclinazione ispireranno loro naturalmente desideri diversi su pressochè tutte le questioni interne se esse non sono represse dall'affetto o dal dovere. I due coniugi vorranno forse frequentare e ricevere società diverse. Ciascuno cercherà le persone che dividono i suoi gusti; le persone aggradevoli all'uno saranno indifferenti o sgradevoli all'altro; e non si può tuttavia fare che due sposi abbiano relazioni diverse, essi non possono vivere in parti separate della medesima casa, nè ricevere ciascuno diversi visitatori, come al tempo di Luigi XV. Essi non possono che avere diverse vedute sull'educazione dei figli; ciascuno vorrà veder riprodotti nei figli i suoi sentimenti: si farà forse fra essi un compromesso pel quale ciascuno si appagherà di una mezza soddisfazione, oppure la donna cederà, sovente con vivo rammarico, sia ch'ella rinunci, sia ch'ella insista nel contrariare sotto mano l'opera del marito.
      Sarebbe senza dubbio, estrema follia il credere che queste discrepanze, di gusti e di sentimenti non esistono, se non perchè le donne sono allevate altrimenti che gli uomini, e che, in altre circostanze, che si potrebbero imaginare, non vi avrebbero queste dissonanze. Ma non si soverchiano i limiti della ragione dicendo, che sono immensamente infinitamente aggravate da quelle dell'educazione e rese irrimediabili.


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La servitù delle donne
di John Stuart Mill
Carabba Editore Lanciano
1932 pagine 161

   





Luigi XV