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      L'altro era molto più giovane, tra i venti ed i trent'anni, vestito, con affettata noncuranza, a nero, con una gigantesca cravatta nera, annodata al collo; il suo volto era sbarbato, magro, dalle guancie infossate, dagli zigomi sporgenti, e con certe chiazze rosse, che si accentuavano quando egli s'infervorava nel discorso. L'occhio bello, di un nero carico, si accendeva allora di certe luci strane; le labbra un po' tumide, erano pallidissime; la dentatura pessima; le unghie non coltivate; i capelli arruffati, spettenati.
      All'esterno dei due uomini corrispondeva anche il loro modo di parlare. L'uomo dalla veste da camera cinese era breve, conciso, imperioso, autoritario; sembrava avvezzo a comandare. I pensieri gli uscivano dal cervello e poi dalle labbra, sotto forme di sentenze brevi, concise; egli era un uomo che aveva un'opinione propria non solo, ma era persuaso, che quella fosse la sola opinione giusta e perciò da seguirsi, e la voleva imporre a tutti. L'altro invece balzava col suo dire di palo in frasca; si agitava per ogni inezia; s'infervorava, diventava tragico, ed allora le chiazze rosse andavano accentuandosi, l'occhio prendeva strani bagliori, egli agitava le mani, muoveva le dita, stringeva il pugno, si dimenava....
      - Ripeto: La vita del sogno è qualche cosa di stranamente misterioso. L'anima è allora sciolta dai lacci del tempo e misura gli eventi in un altro modo. Vive alle volte una vita di mesi e mesi ed anzi di anni ed anni in uno spazio infinitesimale di tempo, in mezzo secondo, in un secondo.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134