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      - Eppoi sarà l'ultima cena in famiglia, mormorò.
      L'altro rise di nuovo con scherno.
      - Per me sarà domani probabilmente l'ultima aurora, mormorò, mentre i suoi occhi grigi contemplavano quasi con amore le quattro bombe a mano, che egli aveva allineate nell'armadio, sopra un palchetto,
      - Anche per me!
      - Per te? Tu credi nell'anima ed in una vita avvenire.
      - Nella mia reincarnazione! esclamò il giovane, mentre il suo sguardo divenne luminoso. Esso brillava allora del fuoco sinistro e pure non antipatico del fanatismo. Il fanatico ha almeno un ideale; l'indifferente, l'apatico ne va privo.
      Per me domani tutto sarà finito, mormorò l'altro.
      Il giovane non gli rispose. La proposta dell'amico gli era venuta troppo inattesa. L'aveva accettata. Non se ne pentiva. Doveva dimostrare che non era vile, eppoi era davvero ora d'incominciare. Le parole non bastavano più. Bisognava passare ai fatti.
      Pure il pensiero che domani.... domani.... gli creava un grande malessere, contro del quale non giovava richiamarsi al pensiero l'immortalità e la reincarnazione dello spirito. Certo; egli sarebbe ritornato sulla terra sott'altra forma ma collo stesso principio vivificatore. Pure la vita era bella; quella sera specialmente tutto lo invitava a vivere, a godere, ed invece domani.... domani.... Cercò di cacciare quei foschi pensieri. Aveva deciso! Era suo dovere! Perchè rattristarsi quella sera colla previsione del domani? Gli sarebbe forse riuscito di salvare la vita; di scappare inosservato nell'infinito panico.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134