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      Era stato pieno di fede e di entusiasmo per il cristianesimo. Ma a scuola gli avevano aperto gli occhi; là aveva compreso che il cattolicismo, ed in genere tutte le religioni, sono un grande cancro, che logora la vita dell'umanità. La storia, maestra della vita, gli aveva insegnato, che la Chiesa fu sempre funesta alle nazioni, il maggior puntello del trono, la grande fautrice della tirannide più atroce, e che tutto il male nel mondo viene soltanto da lei.
      Comprese. La Chiesa è come un palcoscenico. Sulla scena gli attori recitano la parte dei grandi eroi, degli uomini disinteressati, spremono le lagrime e destano entusiasmo. Dietro le scene invece sono di spesso volgari, il rifiuto della società. Tali i Papi, i vescovi, il clero, nessuno eccettuato.
      La filosofia, la fisica, la teologia gli avevano dimostrato che Dio non esiste, la materia è eterna e colla morte tutto è finito. L'uomo è un animale, infelice da secoli, perchè lo hanno privato di quell'unica dote che lo distingue dagli altri animali, il suo amore smisurato alla libertà.
      Sognò libertà; rottura di tutti i ceppi, di tutti i vincoli e perciò anarchia.
      Nessuno doveva comandare, nessuno stare soggetto: esclusa la formazione di qualsiasi associazione, perchè l'associazione suppone statuti, suppone un presidente e perciò limitazione di libertà; non più leggi, non più consigli, non più Chiesa, non più stato, nulla, nulla. Uomo libero, conservati libero; difendi la tua libertà. Oppressi del mondo intero scuotetevi, organizzatevi, alla difesa del comune ideale!


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





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