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      Era un elemento pericoloso, focoso, il quale, in omaggio all'anarchia, non voleva seguire nessuno nè ubbidire a nessuno; voleva procedere colla violenza; ma era una tempra focosa, che entusiasmava, pronto a qualunque sacrificio. Molto ricco, profondeva il danaro a piene mani, per sostenere i vari periodici, per la diffusione di stampati sovversivi, per la propaganda; aiutava i consenzienti poveri, era disposto a qualsiasi lavoro, a qualsiasi fatica, e quanto maggiore il pericolo tanto più volentieri lo affrontava. Non faceva alcun conto della propria esistenza.
      Era ricco. Suo padre non aveva voluto altri figli, pago del suo primo ed unico, per concentrare nelle mani di lui tutte le dovizie della sua casa commerciale di primo rango, ed averlo continuatore della propria ditta, accumulatore di ricchezze sempre maggiori.
      Il figlio non solo non seguì le idee paterne ma le ostacolò con energia. Il padre ne vide spaventato la discesa; l'ascrisse all'educazione religiosa datagli dalla madre. Questa morì di crepacuore al vedere il figlio ateo ed anarchico, all'udirlo parlare di bombe e di pugnali, ed al notare in lui un odio particolarmente intenso e fanatico contro il pensiero cristiano e la Chiesa, un odio tanto più inesplicabile quanto più grande era stata la sua antica fede. Il padre aveva deciso di diseredare il figlio e di farlo dichiarare discolo, per potergli negare financo la legittima; ma non arrivò a farlo. Uomo dal collo corto, collerico, sanguigno, autoritario; carattere dominatore, che voleva tenere tutti soggetti e non ammetteva neppur possibile un pensiero, diverso dal suo, si adirò una volta col figlio al segno, da venir colpito da paralisi.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





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