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      Visse ancora qualche settimana, paralizzato, schizzando, coll'unico occhio che poteva muovere, fuoco contro il figlio; voleva parlare, ma non riusciva; mostrava di voler scrivere, ma la matita non disegnava che ghirigori senza senso. Morģ, disperato di non poter manifestare la propria volontą. Giovanni ne fu l'erede. Liquidņ subito l'azienda; si ridusse ad un appartamento piccolo ma elegante, dove viveva solo, e fu lieto di aver molto danaro, per poter spendere molto per la propaganda anarchica.
      Metodisti, avventisti, valdesi cercarono di avvicinarlo; volevano sfruttare il suo odio contro la Chiesa; speravano di averlo alleato; ma vennero respinti. Egli non odiava soltanto il cattolicismo ma ogni specie di religione, perchč tutte dicevano abuso di libertą e servaggio di coscienza; perchč tutte cercavano di asservire lo spirito dell'uomo, favorivano la tirannide, puntellavano l'autoritą, benedivano il pugnale; odiava la Chiesa cattolica sopra tutte, perchč la pił potente, la meglio organizzata, la pił logica, una Chiesa, la quale esercita tuttora sulle coscienze un fascino che egli non sapeva spiegare, ma che doveva constatare e ne aumentava l'odio. Quanto pił agguerrito il nemico tanto maggiore l'avversione che gli si deve portare.
      Passarono gli anni. L'anarchia era diventata accademica. Qua e lą qualche singola alzata di scudi, dovuta all'energia di stranieri e d'italiani educati all'estero, in America; qualche sovrano pugnalato; ma non si andava pił di lą. Gli antichi ideali svanivano; non si parlava pił di bombe, di pugnali, di rivoluzioni.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





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