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      Guarda sdegnato Napoli ai suoi piedi; freme al pensiero, che forse nella città v'erano alcuni, parecchi, molti, i quali godevano a quella notizia e simpatizzavano con Sulpicio Galba. Tra questi erano certo anche i cristiani.
      Vuole sfogare la propria collera sopra di loro.
      - A Napoli ci sono dei cristiani?
      Nessuno lo sa.
      - Vengano ricercati e trascinati alla mia presenza.
      Cerca altri oggetti, sui quali sfogare la propria collera e li trova. Cortigiani vengono cacciati in esilio; schiavi torturati, crocifissi; i delatori lavorano, denunziano, accusano; vengono imbastiti mille processi di lesa maestà e molti innocenti devono pagare il fio per la collera del tiranno.
      Alcuni cristiani vengono catturati; pochi, troppo pochi per le sue collere. Egli è adirato contro la polizia e contro i delatori; ne vuole altri, altri ancora. Ma la comunità di Napoli è così piccola.
      Vuole che i prigionieri facciano i nomi dei loro compagni di delitto, ma essi si rifiutano. Non sono delinquenti,
      - Cesare. Adoriamo Dio e rispettiamo la tua persona. Non hai sudditi più tranquilli e fedeli di noi. Vuoi dormire sicuro, specialmente ora, che alcuni si ribellano a te? Circondati di una guardia di corpo, formata di soli cristiani. Noi ti difenderemo col nostro corpo, col nostro sangue; ci lasceremo ammazzare tutti alla tua difesa.
      Queste parole ne aumentarono le collere. Le ritenne sarcasmo. Eppoi, anche se questo fosse vero, avrebbe rinunziato al trono piuttosto di affidare la propria difesa ai cristiani. Che si curava lui dell'impero; che del trono; che del benessere dei popoli soggetti.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





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