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      - Dovevo prendere moglie appena messo al sicuro il raccolto.
      - Se ti ama ti prenderà anche povero.
      - Non posso più prenderla.
      - È morta?
      - I barbari.....e non potè continuare.
      - Dove si trova? chiese il giovane monaco pieno di compassione.
      Il fratello gli indicò la bella contadina, che guardava confusa il suolo, in uno stato che rasentava la pazzia.
      - Insegna sant'Agostino, che la vera verginità risiede nel cuore. Gl'impudici abbracci dei barbari non ne hanno diminuito il candore. Prendila.
      - È stata d'altri.
      - Ha sofferto ingiuria, come l'hai sofferta tu, come l'hanno sofferta mille e mille, come l'ha sofferta questa povera terra, che noi tanto amiamo. Prendila! Il tuo amore le sia di conforto nelle sue amarezze.
      Il fratello non risponde.
      - E tu? domanda piuttosto.
      Il bell'occhio profondo del giovane brilla d'infinito entusiasmo.
      - Sono felice! esclama.
      - Hai trovato?
      - Quanto cercava. La terra sospirata dai miei sogni; la patria terrena, che mi fa pregustare le dolcezze dell'eterna; un padre buono, fratelli dolcissimi, all'ombra della chiesa, secondo la regola del mio santo padre Benedetto, benedetto davvero, dal quale venne a me ed al mondo tanta pace, tanta benedizione!
      I goti conducono i prigionieri alla non lontana abbazia.
      Un colle, anticamente selvaggio, ed ora reso fertile dal lavoro di monaci industriosi. Una chiesa semplice, ma vasta, tutta candore, con un grande coro ed un altare coperto di veli; attorno a quella alcuni piccoli edifizi: il dormitorio dei monaci, la biblioteca ricca di volumi, da loro pazientemente copiati, la scuola, la troppo modesta cucina.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





Agostino Benedetto