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      Cercò di allontanare il ricordo dei suoi sogni.
      La Chiesa è stata sempre il puntello dei troni; essa ha benedetto la guerra e sanzionato ogni sorta di ingiustizie sociali. Eppoi non poteva tollerare la taccia di vile.
      La Messa ha incominciato.
      Il venerando veglio è salito all'altare e lo avvolge in profumi che escono dal ricolmo incensiere.
      Chi ha da colpire? Dove ha da lanciare la bomba? Nel presbitero? Ha da colpire il vescovo, i canonici, oppure la ha da lanciare in mezzo alla folla che ora?
      Il vescovo è ritornato al suo trono.
      Gloria in excelsis Deo!
      Già! Dio! Dio! Non si pensa che al nume trascendentale e crudele, che risiede in cielo e non si cura nè si è mai curato dei propri figli, chiede da loro gloria e non dà loro in cambio nulla.
      Il coro canta giulivo: Gloria, gloria in excelsis Deo!
      Sono voci di fanciulli che scendono dall'alto della cantoria nella chiesa, accompagnate dal suono grave dell'organo e da alcuni violini, sapientemente toccati.
      Le voci erano così dolci, così soavi, così carezzevoli. Sembrava udire il canto degli angeli nella notte di Natale.
      Fuori imperversa la bufera; il vento scuote le gigantesche invetriate multicolori, attraverso le quali giunge scarsa la luce scialba di quella mattina; nel suo cuore imperversavano pure le bufere, ed intanto i fanciulli cantavano il loro Gloria in excelsis Deo!
      Subentra un coro di uomini forte, solenne.
      Et in terra pax....
      Egli ride ironicamente.
      Pace! Quale menzogna! Dal giorno della nascita del bambino ebreo ad oggi si ripete la bugiarda promessa.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





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