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      Morì dunque, come si disse, Madonna Modesta la matina del giorno de morti l’anno 1592, e lasciò morendo in quelli tutti che la conoscevano cordoglio sì fatto, che pochi sono, a cui non debba esser perpetuo ed infinito questo dolore, ed a me spezialmente dopo il marito suo, posciaché avendola da picolina conosciuta e praticata (che per lo più sempre io praticavo in casa del Saraceni e fuor a Sacile eravamo di villa e possessioni contigui) e dopo essendo stata al mio governo e averla io difesa, guarentata e maritata, come sorella sempre amandola e custodendola, mi posso chiamar compartecipe di ogni suo bene e male. Cosa notabile fu che essendosi ella affaticata per comporre in prosa un libro a cui ha posto nome il Merito delle Donne, l’istesso giorno avanti la morte sua ne finì la seconda giornata ed è quello stesso che con questa insieme impresso si vede. Era di così gran governo in casa, che ’l marito poca cura n’aveva e ha poi più volte confessato di non sapere, che cosa sia l’aver carico di figliuoli, né di casa, percioché ella sollevandolo di ogni cosa ne aveva la cura e al tutto con maravigliosa prontezza e diligenza provedeva. In qualunque materia, che se lei fusse promossa rispondeva e discorreva saputamente e così fondata, che reccava a tutti maraviglia e stupore. Di memoria era talmente dotata, ch’io la ho vista, già udita una predica e tornata a casa, quella tutta di parola in parola riddire, e sentendo una sol fiata due o tre sonetti quelli recitava a mente, quasi che fosse lei stata di quelli l’autrice e compositrice.


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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