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      Erano al numero di sette e la prima di esse avea nome Adriana, che era vecchia e vedova; la seconda era una sua figliola da marito nominata Virginia; la terza era una vedova giovene, che si nomava Leonora; la quarta era detta Lucrezia, donna maritata di assai tempo; la quinta Cornelia giovene congiunta a marito; la sesta Corinna giovene dimmessa e la settima Elena; ma costei, per esser di fresco maritata, avea come interlasciata tal compagnia ed erane col novello sposo andata a spasso in una vicina villa, né doppo la solennità delle nozze, l’avevano le donne ancora potuta vedere.
      Or questa nobilissima compagnia, avendo inteso che Leonora vedova giovene avea ereditato una bellissima casa con un giardino bellissimo, nella qual era venuta ad abitar di nuovo, deliberarono tutte di andar quanto prima a visitarla, sì per veder lei, che era una discretissima giovene e (benché vedova, ricca e bella fosse) non avea più animo di maritarsi, come per veder la suddetta casa e godersi un pezzo la vaghezza del sopradetto giardino. E così essendosi un giorno tutte ridotte da questa graziosa giovene, dopo le debite accoglienze tra loro fattesi, così a lei piacendo, in una lucida e fresca camera (percioché di state era) si ritirarono e parte, cioè le più attempate, sopra alcuni pergoletti, che rimpetto il canal grande guardavano, conducendosi, a goder il fresco ed a mirar la diversa copia delle volanti gondole, alquanto si stettero; parte con Virginia ad una finestra, che sopra il detto giardin respondeva, se ne vennero, scherzando insieme e come fanno le gioveni, graziose burle e risa piacevolissime tra loro facendosi.


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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