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      «Deh - disse - Cornelia, che se voi avessi avuto il figliuolo, che ha piaciuto al Signore Iddio di darmi e poi di torlomi, non so se diceste così, come ora affermate. Che egli era un angelo di bontà e non si assimigliava punto al padre, il quale mi fu un crudel marito; ma essendo esso mancatomi, è poco appresso il figliuolo, fui sforzata a rimaritarmi pur per aver figliuoli ed ebbine costei (accennando Verginia) e sperando migliorar di compagnia, mi successe il contrario, perché se ’l primo marito fu cattivo, l’altro fu pessimo e poco emmi incresciuto la lor morte in comparazione di quella del mio povero figliuolo».
      «Questo vostro figliuolo - rispose Cornelia - o che era apunto un angelo di bontà, come voi dite, o che per gran sorte s’abbattè d’aver in sé più del vostro che del padre, overo che egli era per divenir peggiore de gli altri uomini; perché voi non sapete, se avesse cangiato co ’l tempo natura, o no, il che non potevi affermare secondo quel verso:
     
      La vita il fine, e ’l dì loda la sera.
     
      Ed è più da credere che dovesse mutarsi di buono in cattivo, perché il Signor Iddio lo vi ha sì presto tolto, prima che voi vi vedessi questa miseria inanzi de gli occhi. Ch’io vi oso affermare, che l’avere un figliuolo cattivo è la maggior infelicità che possa avere una donna in questo mondo. E se si dice per proverbio, che gli è miglior un tristo marito che un buon figliuolo, che pensate voi, che si debba poi dire di un tristo? E la ragione è questa, che sì come quanto la piaga è più nel vivo e più tocca in dentro, tanto più si sente ed è più nociva, così ’l mal figliuolo essendo pur carne e sangue della madre, più l’afflige e tormenta, perché più le tocca, che non il padre di lei, né ’l marito.


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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