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      Molti ancora ci lodano pensando forse che noi siamo simili a quel corvo, che si lasciò ingannar dalla volpe, la qual essendo affamata e veggendo il corvo portarsene un gran pezzo di cascio, cominciò tanto a lodarlo e pregarlo insieme che cantasse un poco, perché avea inteso molto della sua virtù, che egli volendo compiacernela aperse la bocca e il cascio cascò e la volpe se ’l prese e fuggì via. Così essi credono che lodandoci, noi si lasciamo così vincere dalla vanagloria e dall’amor di noi stesse, che per ciò ne rimaniamo ingannate, lasciando cadere e precipitare in lor balia la nostra volontà con l’onor, l’anima e la vita insieme. Ma che direte poi voi di tanti c’hanno scritto in nostro biasimo? Che per uno che ci lodi con verità, ve ne son mille che ci vituperano contra ragione; e però non sia alcuno di questi vani discorsi, che vi persuada a credere, che alcuno ami, come dovrebbe perfettamente e senza inganno».
      «Dunque - rispose Verginia - non bisogna amar alcuno, poiché affermate che alcuno non ama di amor perfetto; non è vero così?».
      «Io non dico - rispose Cornelia - che non ve ne sia alcuno fra tanti, sì come ho detto di padri, fratelli, figliuoli e mariti, ma dico che son tanto pochi quelli che amano veramente, che fra tanta moltitudine si perdono e si confondono ed è dificilissimo il saperli conoscer e trovare, perché son fatti simili a quei bollettini che si mettono al lotto, dove fra tante migliaia de carte bianche vi saranno a pena otto o dieci grazie, le quali per gran sorte sono cavate e toccano a tali, che hanno più ventura che senno».


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





Verginia Cornelia