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      Ma con tutto ciò, ove manca la disposizion naturale, ci bisogna proveder con l’intelletto e col torchio della ragione farci lume per conoscer ben queste mascare e guardarsi da loro, dandoli quell’udienza e quella fede che diè la savia pecorella all’ingordo lupo quando, fingendo egli la voce della madre di lei, l’essortava ad aprirli la porta».
      «Questa ragion mi quadra - disse Elena - che noi siamo di tale natura, dove non domina alcuna ferocità, per non vi aver molto luogo la colera ed il sangue e però riusciamo più umane e mansuete e meno inclinate ad essequire i nostri desideri che gli uomini, dove all’incontro gli uomini di complession calda e secca, signoreggiati dalla colera, essendo tutti fiamma e fuoco, sono anco più inclinati ad errare e manco si ponno astenere da i loro disordinati appetiti. Quindi nasce il loro sdegno, impeto e furore nell’ira, quindi l’impacienzia immoderata nelle loro voglie intemperate e ardenti, sì nelle carnalità, come in ogni altro loro desiderio, il quale in loro è di tanta forza, che a i sensi sottopongono la ragione e, operando l’uomo perciò, secondo la inclinazione de i sensi e senza alcun ordine di ragione, non è da maravigliarsi, se la più parte di loro poco attende alle virtuose azioni, ma tutto si dà in preda ai diletti e concupiscenze viziose, poiché lo spirto unito alle membra di tale temperamento non può causar effetti fuori della sua natura e proprietà; non è vero così?».
      «Sì - rispose Cornelia - ma per ciò voi non negate, anzi affermate, che le donne non siano più degne, poiché oltra le cose già dette, si trova che sono create di miglior natura di loro e che si governano per ragione e non per appetito e perciò restano dal male e si applicano al bene.


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





Elena Cornelia