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      «E questo è apunto quello che io voleva dir ora». disse Lucrezia.
      «Voi pur sete di questa fantasia - rispose Verginia - che non si trovino uomini che amino di cuore e che per ciò non meritano esser amati».
      «Signora sì e di più ho detto e dico - rispose Cornelia - che se ben se ne trovasse alcuno, che di cuore amasse, non essendo suo marito o in stato di esservi, deve ogni donna rifiutar d’amarlo e schivarlo ad ogni suo potere per non incorrer ne i pericoli ed errori ne’ quali molte per troppa semplicità e bontà loro spesse volte incorrono. Così ho detto e così replico e confermo».
      «Quali son questi pericoli?» disse Verginia.
      «Non ve l’ho detto ancora - aggiunse Corinna - sono questi. La donna che ama di cuore, o che vince il suo desiderio, o che si lascia vincer da esso, in tutti i modi patisce pericolo; se sta salda e costante per non errare, eccovi che maggior travaglio se gli appresenta quanto la continua battaglia che soffre in se stessa, e ’l gran ramarico di non ottener mai ciò che brama, sì come ho già detto? Non è dubbio che le saria mille volte più caro il morire che vivere in simil tormento; se anco si lascia vincere, vinta insieme dalle lusinghe e molestie dell’amante, ben potete pensarvi i pericoli ne’ quali incorre nell’onor, nella vita e nell’anima, che più importa. Sì che in ogni modo per tutti questi rispetti si devon le donne schivar d’amar gli uomini, ancor che molte non possino farlo tanto son buone, come ha detto Cornelia, se ben essi son cattivi».
      «Quanto a questo - disse Verginia - voi parlate bene che non si dovriano amarli, quando si può farlo, per non aver a passar per l’un pericolo, o per l’altro, ancor che gli uomini fussero buoni e ci amassero di buon cuore.


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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