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      «Deh poveri uomini - disse allora Cornelia - quanto la errano essi a non far stima di noi, noi governamo lor la casa, la robba, i figliuoli e la vita e senza noi vaglion niente e non sanno far un servizio, che stia bene; cavateli da quel poco di guadagnar che fanno, da che son buoni? Come starebbon se noi non gli attendessimo? E con che amore? Stariano forse al governo de’ servitori che gli assassinassero la robba e la vita, come spesso accade?».
      «Noi siamo quelle - aggiunse Leonora - che loro alleggerimo i pensieri e con torsi il carico della casa non per dominarli, come molti dicono che facciamo, ma per farli vivere con più quiete sottentriamo alle fatiche, amministrando il regimento della famiglia. E certo, chi non ha in casa sua qualche cara compagnia di donna, o moglie, o madre, o sorella, o tal che fedelmente lo serva e governi in tutti i suoi bisogni e con cui partecipi il ben e ’l male che gli occorre, non può vivere con l’animo consolato e tranquillo. Di modo che non si può dire con verità che le donne siano di danno al mondo, anzi di grandissimo utile per lor sapere, virtù e bontà. Oltra di ciò non manca alle donne per esser meritamente amate, oltre la corporal bellezza e leggiadria, fortezza di animo e di corpo e in quel che non vagliano per armeggiare, non è lor mancamento ma di chi dà loro creanza, poiché si è visto chiaro di quelle che sono state già tempo allevate sotto tal disciplina, quanto son riuscite valorose ed esperte, avendo appresso quel particolar e proprio dono del presto conseglio, co ’l quale hanno avanzato gli uomini in mille occasioni, come fu già Camilla, Pantasilea inventrice della scure, Ippolita, Orizia e tante bellicose donne di cui l’istorie de gli istessi uomini non hanno possuto tacere.


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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