Pagina (73/220)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Furono gli uomini Romani che rubbando le donne Sabine mossero la guerra e furono le donne poi che gli posero in pace. L’atto della madre di Coriolano in disponerlo a lasciar il mal animo verso la patria, non è men famoso. Altri infiniti essempi di magnanimità e d’amor verso la patria si son trovati nelle Donne, si trovan tuttavia che saria troppo lungo a contarli. Ma se per amar meritano esser amate, che si potrebbe poi dire dell’amor loro verso i parenti? Non si legge di quella figliuola di Cimone, che essendo il padre in prigione per morirsi di fame, ella sotto spezie di visitarlo lo notrì col proprio latte per lungo tempo? Che diremo di Erigone, che avendo lungamente cercato il padre ed in fine dal fedel cane avvertita, che presala co’ i denti ne i panni la trasse ove era il corpo di esso morto, ella per gran dolor disperata s’appiccò all’istesso arbore sotto il qual il padre sepolto giaceva? Che vi par delle figliuole di Edippo Re di Tebe, quanta fu la lor pazienzia e pietà in governar e compatir il lor cieco padre in tanta miseria senza mai volerlo per alcun sinistro accidente abbandonar infin alla morte? Fu anco assai notabile la carità di Mezia, che tante volte si lasciò vendere dall’affamato Erisitone e poi fuggendo da suoi compratori ritornava spontaneamente ad esso padre, perché egli ne traesse la commodità del suo vivere. All’incontro quanto fu gran crudeltà d’un padre mercantar la propria figliuola per sua utilità?».
      «Oh - disse allora Elena - la necessità lo spinse e non disamor che le portasse; e in tal caso, ove gli andava la vita, non era gran cosa che egli si valesse della filial pietà, la qual gli era obligata per ischivarli la morte».


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





Romani Sabine Coriolano Donne Cimone Erigone Edippo Re Tebe Mezia Erisitone Elena