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      «Deh - disse allora Leonora - sapete voi cara la mia Corinna questo sonetto, che voi dite? Diteloci di grazia».
      «Io non lo so» ella rispose. Ma Verginia e l’altre tanto ne la pregarono, che ella riducendoselo a memoria, tutte le altre ascoltando, così disse:
     
      Splendea nel regal Po chiarezza tanta,
      Ch’ogn’altro fiume a le sue egregie spondeCedea di ricche palme e di feconde,
      E grate olive, onde si pregia e vanta.
      Ma poi ch’or presta ombra più lieta, e santaAnco il bel lauro a le sue lucid’onde,
      Può sì ’l valor de l’onorata fronde,
      Che insino il mar l’alte sue lodi canta.
      Se fu virtù, se fu bellezza raraNe l’arbor già, che al gran Toscano piacque,
      Tutto in quest’è via più famosa e chiara.
      Poiché, se quella in picciol borgo nacque,
      Questa Mantoa creò, nutre or Ferrara,
      Degno ornamento a le sue nobil’acque.
     
      Molto si satisfecero le donne del recitato sonetto dalla discreta Corinna e se ben non parve loro di molta eleganza, tuttavia lo gustarono molto per esser cosa a lor nuova ed a proposito del loro ragionamento.
      «Or - seguì Corinna - questo istesso fiume passa ancor per altre città d’Italia, come Cremona, Piacenza, Casal e molte altre».
      «Lodate pur voi - disse Elena - qual fiume vi piace, che io per me faccio più stima della mia cara Brenta che d’ogn’altro, la qual oltra che è il più vicino che sia, passa per la nobilissima ed antichissima nostra Padoa, che è così degna e gloriosa città, madre de gli studi, alunna di tanti belli ingegni, abondante di così bei giardini, ricca d’onoratissime fameglie e ripiena di cose belle e virtuose gentildonne, che è un paradiso l’abitarvi».


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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