Pagina (123/220)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma l’imperial Tevere avanza tutti in dignità, come quello che già tanti secoli ha veduto tante maraviglie della sua antichissima Roma che a voi, che le sapete come me, non accade raccontarne. Or infiniti sono i fiumi che s’alzano, come si è detto, dal mare e ritornano a calarsi in esso come si è detto».
      «Mi par molto stranio - disse Lucrezia - per tornar al proposito, che l’acqua, essendo di sua natura greve, possi, come avete detto, sorgere così in alto che per le sommità dei monti diano origine ad essi fiumi».
      «Oh vi par tanto gran cosa - disse Leonora - fatte conto di veder gli uomini, che essendo inferiori a noi e perciò dovendo essi star bassi ed umili, vedete come s’inalzano, come ci soprastano contra ogni ragione, contra ogni giustizia, però non vi maravigliate se l’acqua, elemento basso, anch’ella presume d’ascendere all’altezza di monti, ma pur ella torna ad abbassarsi di nuovo, dove che gli uomini stanno sempre fermi nel lor rigore ed ostinazione».
      «Non è dubbio - disse Corinna - che l’acqua, elemento greve ed insieme mobile, par cosa strania che possa andar in alto, tuttavia questo è instinto di natura, che qualche volta contrafà a se stessa e di tal forza che, se mirate bene, è più maraviglioso che di terra e dal mare si levi la umidità e si converte in aria, dove si formano le nebule, che non è il levarsi il mare fin sopra i monti. Or qual cosa è più lieve del foco e che più aborisca lo star per sua natura al basso; tuttavia per altro modo e disposizion naturale consente di star in terra, che è l’elemento più basso di tutti, anzi convertendosi co ’l tempo l’uno elemento nell’altro, trovasi che la terra a poco a poco si resolve in acqua, l’acqua in aria e l’aria in foco.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





Tevere Roma Lucrezia Leonora Corinna