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      In questo vagliono per noi non ci governando, anzi offendendoci, ma cercano anco di levarci ogni sorte di bene che potessimo ricever senza di loro, le facoltà, la libertà, la fama, la grazia e ’l credito appresso tutte le creature del mondo».
      «Deh lasciate dir Corinna - disse Lucrezia - ch’in ogni modo parlate contra di voi secondo quel ch’avete di sopra detto, se ben mi ricordo, che la donna è nata dopo dell’uomo per suo aiuto e però noi siamo obligate a governar loro e non essi noi».
      «Se questo è vero - disse Leonora - che essi abbino bisogno del nostro aiuto, essendo noi in ogni qualità e sostanza simili a loro, adunque sono essi inferiori a noi e ci dovriano cedere; ma non niego che non doviamo governar loro per amor, essendo essi una carne stessa con noi, ma mi doglio e lamento che essi così per amor non vogliano scambievolmente aiutar, favorir e governar noi e non ci tengono in quel conto che dovriano tenerci; e pur come ho detto, tutte le altre creature ci riconoscono tanto per patrone, quanto essi, se non più».
      «Voi - rispose Lucrezia - già poco fa diceste, che non vi era acqua al mondo che potesse aver virtù per guarirli delle indisposizioni c’hanno in loro, provate un poco se poteste trovar almeno alcuna erba che lor giovasse, poiché ci dite che la virtù sta nell’erbe».
      «Il balsamo - disse Cornelia - si dice pur che guarisse di tutte le infirmità».
      «Il vero balsamo - disse Corinna - che si coglie da certi arboretti nell’Arabia con coltellini d’avorio, senza contrafarsi, è liquor divino, ottimo ne’ corpi nostri, poiché gustandosi ricrea li spiriti smarriti, ritorna la virtù e rinfranca la vita; mantien la sua onzion ne i vivi la freschezza della gioventù nella faccia e preserva i morti dalla putredine e corruzione; in somma è perfettissimo ad ogni cosa, eccetto a questo che dite».


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
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