Pagina (144/220)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      «Lasciate, di grazia, che dichi un poco Corinna, se per mangiar troppo meloni questa estate, io mi apparecchio una buona quartana per questo inverno, poiché dicono che nasce da molte umidità e frigidità».
      «Se non volete altro - ritolse Corinna - sono ben essi umidi e frigidi, però mangiandone moderatamente e che siano buoni, non fanno molto nocumento; e così sono frigide le zucche, cocomeri, cedri, angurie e sì fatti, quali da medici son detti semenze fredde e giovano nelle febre ardenti e specialmente i cedri, che son molto virtuosi, il suo fiore, il frutto, i semi ed il suo odore è tutto cordiale; la scorza è calida, il bianco temperato e la midolla temperata, i semi refrigerano parimente ed è perfetto rimedio per uccider i vermi; la sua foglia sta sempre verde, come apunto quella del lauro sacro ad Apollo ed alle muse; e l’arancio è quasi di simil natura».
      «Oh il lauro - disse Cornelia - fatteli riverenzia che egli è:
     
      L’arbor vittoriosa e trionfale,
      Onor d’imperaduri e de poeti».
     
      «Anch’esso - seguì Corinna - è utile nelle medicine, si fa olio delle sue pomelle molto sofficiente per riscaldar, per esser di natura calda e secca e giova a molte infirmità della testa per causa fredda. Al simile è verde tutto l’anno il bosso e la mortella, arbor di Venere, ed il pungente ginebro».
      «Se ben durano sempre verdi questi arboscelli, che voi dite - disse Lucrezia - (non parlo di cedri) non fanno però né frutti, né fiori».
      «Signora no - disse Corinna - ma voi così troverete de gli arbori che fanno frutti e non fiori, come il fico, altri che producon fiori, ma non frutti, come il rosaio».


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





Corinna Corinna Apollo Cornelia Corinna Venere Lucrezia Corinna