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      «Dite - disse Leonora - come gli uomini c’hanno belli fiori d’apparenza, ma in effetto riescono senza frutto e la lor bella vista dura sì poco, come la rosa».
      «La rosa veramente - disse la Regina - è notabile e singolar in bellezza ed odor sopra tutti i fiori».
      «Signora sì - rispose Corinna - ed è notabile ne’ medicamenti, per il che è posta in molte medicine per rifrescar e solvere; è fiore di Venere; sono di molte spezie, si fanno di essi siloppi con mele, si fa zuccaro, olio, aceto, unguento, unto ed acqua rosara, si fa bagno delle secche al dolor di nervi ottimo, fresche sono umide. In soma non è il più soave e delicato odore quanto quel della rosa».
      «Le viole - disse Cornelia - non sono così soavi, ma si danno aver in pregio per esser le prime ad aprir la stagione».
      «Delle viole - disse Corinna - oltra la lor bellezza, si fanno anco molte medicine, perché hanno virtù di lenir ed umettar; giovano al dolor del capo, inducon sonno e valeno alla tosse con zuccaro».
      «Voi non parlate - disse Elena - del narciso e giacinto, de quai l’istoria è così nota?».
      «Il narciso, il giacinto, il gelsomino, il garofolo, - replicò ella - sono fiori di più acuto odore, gli dui primi passano presto, gli altri durano di più. E hanno tutti particolar virtù, le quali io non conto per abbreviarla, accioché Leonora non s’adiri meco; così del giglio bianco e celeste, c’hanno virtù d’aprir e riscaldar. Ma vi è un fiore tra gli altri che, quando gli altri fioriscono, esso sta secco e sotterrato e poi al seccar de gli altri, egli esce fuori e spunta prima delle foglie.


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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